venerdì 10 settembre 2010

C'era una volta... C'era una volta il Principe di CervinError...

C'era una volta il principe di CervinError. Aveva ereditato il trono dall’imperatore che, qualche tempo prima, con il suo cavallo rosso e rampante si era diretto velocemente verso Tergeste. Il suo regno, disteso su una rigogliosa pianura fra monti e mare era solcato da un dolce fiume, l’Alsa. Il principe, voleva talmente bene alla sua terra che sovente ne progettava i palazzi, le case e, talvolta, autorizzava il passaggio di nuove strade. Il suo castello turrito si faceva riconoscere da lontano. Un bell’orologio scandiva il tempo del suo regno. Vent’anni. Per tutto quel tempo, ogni giorno, ogni santo giorno, si affacciava alla finestra del palazzo e, soddisfatto (ma con un latente inspiegabile imbarazzo), mirava dall’alto quel disordine confuso che egli stesso aveva forgiato con le sue mani.

Governava impavido. La città cresceva. E il re, bastava a se stesso. A nessun chiedeva aiuto, se non ai pochi cavalieri della Tavola di Giunta.

Dovete sapere che ogni 10 anni, il principe di CervinError era solito organizzare un torneo per decidere come far crescere la città: il torneo prendeva il nome di Tabula Regulatrice (quello che oggi chiameremmo Piano Regolatore). La battaglia, virtuale, si giocava su un grande tavolo in legno all’interno del suo castello. Si simulavano schermaglie, discussioni accese, dibattiti raffinati. Al principe, infatti, come del resto a tutti i sovrani che siedono sul trono da troppo tempo, non piaceva esser contraddetto o disturbato durante la manovra. Insomma, gli piaceva vincer facile. Così, al singolar tenzone, potevano prender parte solo i cavalieri che avessero, prima, giurato fedeltà al sovrano. I servi della gleba e gli avversari, erano esclusi.

Dopo ogni partita i funzionari di Corte, raccoglievano le carte lasciate sul grande tavolo di legno per trasmetterle ad alcuni forestieri che avevano il compito di lavorarci sopra, ma altrove, lontano dal dolce fluire dell’Alsa. I funzionari di Corte, che avevano tutte le competenze e le maestranze preparate a svolgere tale delicato, impegnativo, ma, allo stesso tempo avvincente compito erano stati, anch’essi, esclusi dal gioco. Quegli stessi funzionari che per anni si eran visti depositare sui pesanti banchi di lavoro disegni firmati dallo stesso monarca si divertivano a tal punto che, nel corso di una torrida estate, in 3 (tre) dissero: “Ohibò, io me ne vò! Me ne vò a servire altri regni”.

Quando i servi della gleba, capitanati da Alberto d’Udine, dal basso della piazza osarono alzare il capo dalla polvere per invocare alcune modifiche alle regole del gioco e, con un filo di voce esclamare il loro stupore ipotizzando un probabile malumore dei funzionari di Corte, vennero subito zittiti da Igilio, il Ciambellano di Corte che urlò adirato: “Avete oltrepassato il limite! Avete profanato la Privazia! (la Privacy medievale, ndr)”.

In effetti, qualche tempo prima, ripetutamente, ma invano, i servi della gleba avevano osato chiedere al sovrano qualche pergamena per poter discutere assieme le sorti della città. Avevano superato il limite. Mai nessuno aveva osato tanto. Nessuno fino ad ora, aveva chiesto di poter giocare una partita assieme (per il bene della città!) su quel grande tavolo di legno all’interno del castello…

L'Altrametà

PS: Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

14 commenti:

  1. Eh sì,e il castello del Principe era tutto pieno
    di luci sfavillanti mentre le vie dove abitavano i servi della gleba erano al buio.

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  2. proprio non vi passa niente eh????????
    vedremo se sarete tutti solo chiacchere quando andrete a prendere il posto dell'imperatore, ci sarà un blog simile o saranno superiori a queste stronz......?
    buon lavoro va!!!!

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  3. Neanche a me piace la forma "storico-umoristica" che commenta la gestione del personale comunale, argomento troppo delicato per riderci sù, certo che la fuga contemporanea di tre funzionari fa pensare ed è giusto che faccia discutere altrimenti l'opposizione che ci sta a fare in Consiglio Comunale ?

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  4. C'è poco da ridere, che tre funzionari vadano via poco male, andranno a migliorare ma quando il monarca cadrà, l'opposizione si è chiesto in che condizione lascerà il castello ed il villaggio? Che intende fare l'opposizione? Quale progetto ha per sostituire il monarca? Mancano appena due anni e quattro mesi.

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  5. ..parlando per citazioni.. chi definisce queste "carta straccia" (per parafrasare il concetto espresso con termini più eleganti)forse dimentica che "le parodie e le caricature sono le critiche più acute" (A. Huxley) ma in effetti "la satira è una sorta di specchio, e chi ci guarda dentro vi scopre qualunque faccia tranne la propria"(J. Swift). Infine, sì, forse questo articolo è superfluo..infatti forse anche in questo caso "la collera della satira è inutile:basta mostrare le cose come sono.Sono abbastanza ridicole di per sè" (J. Renard).
    buon lavoro!

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  6. Ogni qual volta leggi con attenzione la simpatica " satira" che la politica produce, ti poni sempre un angolo di riflessione: ma perchè le amministrazioni pubbliche, essendo composte da titolati esponenti del mondo dell'edificazione : Ing., Arch., Geom. ecc. ecc. dal mondo dell'economia : Dott. Comm., Rag. ecc. ecc. riescono a produrre così brutti e costosi paesaggi Urbani e disastrosi conti economici pubblici? Che sia da tener conto del vecchio detto Triestin : che xe mejo el CUL GELATO CHE EL GELATO TEL CUL?

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  7. Non ho mai votato per l'amministrazione Paviotti, ma se si andasse a votare ora sarei in seria difficoltà su come esprimermi. Non tanto per quanto operato dall'attuale amministrazione (assai poco), ma dalla mancanza di alternativa. Perché l'opposizione non è mai tra la gente? La scorsa campagna elettorale il suo leader aveva promesso che sarebbe venuto in mezzo ai cittadini per ascoltarne i problemi. Lo stiamo ancora attendendo... Così non si vincerà mai

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  8. bella la citazione di huxley, complimenti all'anonimo che non si firma! al pari degli altri che sputacchiano sentenze qui e lì schierandosi dietro un "anonimo". se non avete il coraggio di firmarvi in un blog, vorrei vedere quanto ne avreste per esporvi, in prima persona, alle prossime elezioni. e non mancano appena due anni e 4 mesi: mancano PURTROPPO due anni e 4 mesi

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  9. Credo che nell'amministrazione pubblica come in quella privata ci sia del pressapochismo, dell'incompetenza, della incapacità a gestire le proprie cose e quelle altrui, la mancanza di coerenza e specialmente a riconoscere i propri limiti. Se a tutto questo aggiungiamo interessi personali e/o altrui, anche non finanziari, di altro tipo o solo di prestigio per il fatto di ricorpire una carica otteniamo quello che abbiamo in qualsiasi ambiente della società civile una gara a primeggiare neanche fossimo nella giungla e lottassimo ogni giorno per la vita. Credo che la cosa più grave sia pensare di cambiare le cose senza cambiare noi stessi.
    Nessuno da solo può cambiare le cose, ha sempre bisogno di tutti, che siano della stessa idea oppure no. La cosa più triste è vedere molte persone che non si accorgono del passare del tempo e specialmente non si chiedono quanto tempo avranno ancora a disposizione.

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  10. Ma chi è questa Caterina che punta il dito sugli "anonimi", Caterina de' Medici ?

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  11. eh bravo, bravo bis al nostro anonimo! a parte gli occhi a palla di quella de medici, direi che ci siamo.

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  12. Caterina guarda che anche
    tu sei un'anonima come noi perchè non hai scritto il tuo cognome.Quindi non puoi dire a noi:"Se non avete il coraggio di firmarvi in un blog..." perchè anche tu non hai firmato.

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  13. già, vuoi anche la mia dichiarazione dei redditi? bravo eh?! hai notato questo dettaglio... peccato che TI SFUGGA, si fa per dire, che NESSUNO DI VOI ha messo uno straccio di nome. quindi, se io sono un pò coniglia, voi lo siete appieno ... buona serata!!

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  14. Potreste fare un articolo che riassuma un pò gli ultimi due consigli comunali,magari...visto che
    l'ultimo articolo è di settembre.

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